“Mi interessa, mi è caro, mi sta a cuore”. Riecheggia don Lorenzo Milani, nelle parole di papa Francesco che ha accolto i giovani di Ac il 29 ottobre (qui le parole del Papa).
Perché se ne “fregano” eccome, delle sorti del mondo, dell’ambiente, della vita nelle città, e delle relazioni fra donne e uomini, gli oltre 2000 responsabili di migliaia di gruppi sparsi per l’Italia, che si sono ritrovati lo scorso fine settimana all’insegna dei “Segni del tempo”. Questo è il titolo scelto per questo importante appuntamento. «Tre semplici parole – hanno scritto – che ci ricordano che ciascuno di noi è chiamato a lasciare il proprio segno in questo tempo: segni sono i luoghi che viviamo, nei quali lasciamo una traccia del nostro passaggio; segni sono ciò che lasciamo a chi ci incontra, ci cammina a fianco. Il tempo in cui lasciare il segno è oggi, inserito tra la storia di ieri e i sogni per l’avvenire».
Bello e coraggioso impegno. Con l’obiettivo di rendere concreta la prospettiva di “Abitare il territorio”, si sono distribuiti in tre convegni tematici (e decine di gruppi sparsi in diversi luoghi di Roma), su diversi “ambienti di vita”: la città (attraversata da sotto temi come ambiente; crocevia di popoli; impegno civile; legalità); studio e lavoro (lavoro; scuola e università); tempo libero (cultura pop; patrimonio culturale; sport). Esperti, testimoni, guide, giovani responsabili, per dare vita a progetti concreti (e di alto profilo) con altri giovani che discutendo, confrontandosi, esercitando la paziente e fertile arte dell’ascolto, diano in continuità un profilo importante e al contempo agibile di “Sguardi aperti sul futuro”. Titolo che Emanuela Gitto e Lorenzo Zardi (i vicepresidenti nazionali) hanno dato alle conclusioni (reperibili sul sito dell’Azione Cattolica).

«Tre giorni – si legge nell’introduzione – che sono serviti a ripensare e rigenerare la missione di sempre: aiutare tutti i giovani ad amare Dio e ad amare gli uomini. A lasciare segni di bene abitando da protagonisti le nostre città, i luoghi dello studio, del lavoro, del tempo libero, a partire dall’impegno in parrocchia, “che non è un muro, né un confine” ma “è la Chiesa in mezzo alle case, in mezzo al popolo”».
Sono “Sogni di bene per generare segni di Vangelo”, aveva detto in mattinata l’assistente nazionale, il vescovo Gualtiero Sigismondi ai giovani di Ac: qui il link. Sogno confermato dalla freschezza e dalla gioia con cui le migliaia di giovani hanno vissuto questi tre giorni…

L’Azione cattolica. quindi rilancia il suo storico impegno per la Chiesa e per il Paese. E non teme, anzi le accoglie come sprone e le fa sue, le sfide di questi tempi. Come ha detto il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano, salutando papa Francesco: questi «sono gli ambienti della vita di tutti i giorni dove i giovani imparano a leggere i Segni dei tempi ma anche diventare loro stessi segno di un tempo nuovo, di un nuovo inizio». Soffermandosi poi su un obiettivo di fondo comune, in ogni realtà associativa del territorio: «Perché nessuno rimanga indietro o venga escluso, perché tutti possano sperimentare la bellezza di un incontro concreto attraverso i gesti del servizio e dell’amicizia proposta con semplicità dalla vita associativa».

 

 

Foto Alessia Giuliani/Fototeca Azione Cattolica Italiana

  • Vittorio Sammarco

    Giornalista pubblicista, docente di Comunicazione politica e Opinione Pubblica, Università Pontificia Salesiana.