Vogliamo fare un piccolo, incompleto ripasso? I neofascisti milanesi, sodali del meloniano Fidanza, videoregistrati dalla testata online Linkiesta, l’assalto dei fascisti romani alla sede della Cgil, la brillante proposta di Durigon di intitolare al fratello di Mussolini un parco di Latina, la solidarietà dell’ineffabile Del Mastro agli autori del brutale pestaggio dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, il viceministro Bignami che indossa la divisa nazista, la sottosegretaria Montaruli – poi dimessasi a motivo di una condanna per peculato – che partecipava ai pellegrinaggi a Predappio, l’aggressione degli squadristi di Azione giovani agli studenti di Firenze, i busti del duce in casa La Russa che, in visita a Gerusalemme, si rifiuta di fare sua la condanna inequivoca del fascismo operata a suo tempo da Fini, il fratello Romano La Russa sorpreso a fare il saluto romano. Solo alcuni degli episodi recenti. Se ne dovrebbero aggiungere decine e decine di altri tra quelli puntualmente registrati con cura dal giornalista sotto scorta Paolo Berizzi.

Ha ragione lo storico De Luna: a questo punto, dopo l’ennesimo svarione di La Russa sulle Fosse Ardeatine che segue a quello della Meloni, è tempo di una moratoria. Mi verrebbe da dire che il torto sta dalla nostra parte, nella nostra ostinazione a rifiutarci di comprendere ciò che è evidente. Piantiamola di invocare correzioni o chiarimenti. Facciamocene una ragione. Non perché non sia un problema avere ai vertici dello Stato, al Senato e a palazzo Chigi, persone invincibilmente impermeabili se non ostili all’antifascismo. Cui non riesce di farlo proprio; cui, per convinzione o per istinto, non riesce di recidere il legame con un passato che non passa. Questo è, questi essi sono. Prendiamone atto. La circostanza – un fatto, innumerevoli fatti e i fatti sono duri – è sempre più visibile e conclamata affida semmai a noi, agli intellettuali e all’opinione pubblica democratica un compito ineludibile. Ci impone di farla finita con le rappresentazioni autoconsolatorie e rassicuranti. L’antifascismo starà pur scritto in Costituzione ma, palesemente, non è un patrimonio comune. Di più: difetta chiaramente ai vertici dello Stato. Semmai dovremmo smetterla di arretrare rispetto alla presa d’atto di tale cruda, amara verità. Una sorta di esorcismo il nostro. Sia chiaro: è l’opposto di quel che spesso ci si chiede da un certo ipocrita mainstream ovvero di non sollevare un problema che non ci sarebbe, di non fare la guerra ai fantasmi di un fascismo che sarebbero solo espressione della nostra fantasia malata. Una nostra ossessione. No. Trattasi di una scomoda realtà da guardare in faccia. Con essa, ci piaccia o meno (e di sicuro non ci piace), dobbiamo fare i conti seriamente.
Ricordiamo come, nella campagna per le politiche, gli opinion maker intimavano a Enrico Letta di non esasperare il confronto, di non alzare i toni quasi che si avesse a che fare con avversari estremisti che non avevano compiutamente reciso un legame ideologico, politico, affettivo con il fascismo. Ed è pure possibile che avesse ragione chi ammoniva che una tale rappresentazione della contesa non fosse efficace e vincente ai fini del risultato. Concediamolo. Ma è oggettivamente innegabile che le cose stavano e tuttora stanno esattamente come stanno. Di nuovo, d’accordo, operando una distinzione: ovviamente sarebbe improprio bollare come nostalgici del fascismo tanti elettori di Fdi e tuttavia non pochi tra i più alti esponenti di quel partito non sono affatto immuni da quel retaggio politico-ideologico. Magari espresso in forme nuove e comunque imparentate con quel “fascismo eterno” così ben disegnato da Umberto Eco.
Tattiche e strategie idonee a venire a capo di tale allarmante problema possono essere meglio affinate. Ma è importante essere consapevoli di esso (problema) chiamandolo con il suo nome.

 

 

  • Franco Monaco

    Pubblicista, già presidente dell’associazione «Città dell’uomo» e parlamentare della Repubblica; fa parte del gruppo di coordinamento della rivista web Appunti di cultura e politica.