È una vicenda solo apparentemente “di secondo piano”, ma di grande interesse per mostrare come l’attuale invasione del racconto mediatico vince su tutto e tutti. E la reazione?

Il calcio è la cosa più importante tra le cose meno importanti”, frase attribuita ad Arrigo Sacchi, allenatore ed ex Ct della Nazionale di calcio, riconosciuto per competenza e onestà.

Ma se ne parliamo qui, quindi, non è solo perché coinvolge e appassiona milioni di persone, indipendentemente dal censo economico, sociale e culturale. Ancora, nonostante tutto, resta uno dei pochi diversivi che a molti consente di rendere le giornate un po’ meno uggiose. A parte queste considerazioni da tifoso, me ne vengono altre che derivano dall’assistere a una vicenda mediatica che, se non si trattasse di aver ricevuta ampia e “onorata” ospitalità dalla Rai/servizio pubblico (“Avanti popolo”, Rai3 del 17/10 e altre che l’avevano preceduta), forse meriterebbe meno attenzione.

In sintesi, per chi non lo sapesse: un sito on line, www.dillingernews.it, nato da pochi mesi, dedito ad inchieste (così almeno si presenta) e che tra le punte ha un noto protagonista del mondo dello spettacolo, passato per vicende giudicabili (con un eufemismo) controverse (condanne anche penali) Fabrizio Corona, ha provocato una tempesta mediatica, facendo (a rate) i nomi di alcuni calciatori, giovani ma già importanti, che spenderebbero molti soldi in scommesse, anche su siti illegali. E da lì sono partite le indagini penali. La scommessa su partite di calcio per i professionisti è vietata, in particolare sul campionato di calcio e sulle squadre nelle quali esercitano la propria professione. Sugli altri sport (purché siano siti legali) e sulle altre piattaforme di giochi, non sarebbe vietata, ma “eticamente”, per la presunta correttezza del mondo degli sportivi, fortemente ostacolata.

Ora: dopo queste notizie il personaggio, come si dice, è “assurto agli onori della cronaca”. Forse quando sarà pubblicato questo scritto, un po’ meno.

E i servizi televisivi che accompagnano le sue “ospitate” (si chiamano così in gergo le apparizioni televisive non sempre affrancate da corposi cachet..) accumulano una serie di questioni che rendono la vicenda – diciamo così – quantomeno preoccupante. Almeno a mio modesto avviso. Le elenco, di fila, senza specificarle, ma lascio a chi legge il compito di giudicare.

Si può far partire un’inchiesta e dire (a rate) il nome dei coinvolti lasciando capire che ce ne sono altri, ma di volerli rendere pubblici solo in prossime e nuove occasioni? Si può dire di avere delle prove consistenti, ma di non volerle mostrare a sostegno di quanto si annuncia? Si possono fare nomi di chi non c’entra nulla con le scommesse, ma facendo capire “che potrebbero in fondo”, perché “sono amici di …”, e così via. Si possono confondere i piani di responsabilità dicendo che è tutto allo stesso livello e che sono tutti – allo stesso modo – marci? Se si accerterà che non hanno modificato le loro prestazioni sportive (e i risultati), si può definire la vicenda del calcio scommesse, come quelle che hanno macchiato altre stagioni, “devastante” per l’intero calcio? Sistema che è, lo riconosco, ben lungi dalla purezza ma che i modi e le parole che ne rappresentano la realtà non fanno che peggiorare invece di migliorare la situazione…

Si può, infine, ma non per ultima, dare in testa a giovani, che sono “ludopatici”, grave sì, per uno sportivo, ma principalmente per le loro vite, e che, alla fine, hanno fatto del male soprattutto a se stessi? Si è sentito più volte dire “non voglio fare il moralizzatore” (con un uso un po’ precario della lingua, vabbè, ma non spacchiamo il capello…) e poi di fatto farlo a mani basse, dai canali della Rai, con toni, parole, sguardi e metodi francamente improponibili? E la giornalista (?) che fa le domande? i video trasmessi, le prove, le fonti, gli audio con le voci camuffate, i “bip” che occultano il suono, l’aria trasmessa per rappresentare il clima di una truffa gravissima che coinvolge decine e decine di protagonisti, forse centinaia..?

Siamo al dunque: che la vicenda sia seria non lo metto dubbio, ma raccontarla in video a milioni (forse un po’ di meno…) di spettatori (sopratutto nella Rai/servizio pubblico) assume un rilievo di non poco conto.

Che la qualità dei contenuti Rai stesse (da tempo) prendendo una brutta china, non doveva attestarlo la vicenda Corona/scommesse. Ma conviene sottolinearlo (quantomeno per mettere in guardia da facili e approssimative conclusioni) anche in questo spazio che (di solito) si occupa di cose serie. Anche se, tra le cose meno serie, forse, il calcio…

(Foto di Liam McKay su Unsplash)

 

 

  • Vittorio Sammarco

    Giornalista pubblicista, docente di Comunicazione politica e Opinione Pubblica, Università Pontificia Salesiana.