A proposito di Jorge Mario Bergoglio è stata ormai prodotta una vasta saggistica – fondamentali i lavori di Massimo Borghesi, Austen Ivereigh e Daniele Menozzi – che ne illustra i percorsi biografici, la riflessione teologica, il magistero e la pastorale pontificia. Un rilievo particolare assume il recente saggio di W. Minella e G. F. Poma, L’ecologia integrale di Papa Francesco (Morcelliana, 235 pp., 25 €) che prendendo le mosse dalle due encicliche sociali – «Laudato Sì» e «Fratelli Tutti» – risalgono, come recita il sottotitolo, alle “radici spirituali di una prospettiva di salvezza per l’umanità”. Non senza spingersi sino ad una sintetica, ma approfondita disamina del magistero del cardinale Carlo Maria Martini, nel quale vedono un precursore dell’attuale papa. Due in sostanza, secondo l’accurata ricostruzione degli autori, le fonti del pensiero di Francesco: da un lato la teologia latinoamericana del popolo o della cultura, dall’altro, accanto alla tradizione gesuitica risalente a Ignazio di Loyola, la teoresi di Romano Guardini, il grande teologo tedesco di origini italiane. Ed accanto il riferimento spesso evocato dal pontefice ai suoi predecessori: Giovanni XXIII della «Pacem in terris» e Paolo VI dell’«Evangelii nuntiandi».

Minella e Poma non si limitano ad una ricostruzione puramente incentrata sulla elaborazione teorica di Bergoglio, della quale evidenziano la deideologizzazione della teologia della liberazione purificata dalle iniziali ascendenze marxiste o la critica alla dottrina della “sicurezza nazionale”, ma per quanto concerne il filone di teologia latinoamericana ne evidenziano le conseguenze pratiche: la scelta preferenziale per i poveri, l’impegno per la promozione umana, la valorizzazione della religiosità popolare, l’evangelizzazione dal basso, l’integrazione tra scienza, sapienza e fede, la denuncia del modello sociale neoliberista.

E così pure quanto a Guardini l’apparato categoriale del presbitero veronese – soprattutto quello del saggio La fine dell’epoca moderna e quello incentrato sulla “opposizione polare” – trova applicazione completa soprattutto nella «Evangelii Gaudium» e nelle prospettive pastorali in essa delineate, attraverso la fissazione di alcuni precisi riferimenti: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte. E su di essi va fondata una prassi cristiana sottratta alle tentazioni della “mondanità spirituale”, del neopelagianesimo prometeico, dello gnosticismo soggettivistico e nel contempo capace di pronunciare quattro no: ad una economia che esalta il primato del mercato, retta sulla teoria dello “sgocciolamento”, alla idolatria del denaro, ad una economia dell’esclusione, alla iniquità che genera violenza.

Dopo la fissazione delle principali coordinate della teologia di Francesco e la presa di distanza da rappresentazioni che tendono a sminuirne lo spessore, gli autori procedono ad una lettura analitica delle due encicliche sopra richiamate: l’ecologia naturale e l’ecologia sociale, il vangelo della creazione, il rapporto tra scienza e tecnica, la critica del paradigma tecnocratico e le sue implicazioni antropologico culturali e storico-economiche, gli ecosistemi e il principio del bene comune, nonché l’ispirazione universalista della «Laudato Si’». Quanto alla «Fratelli Tutti», dopo averne chiarito i presupposti metodologici l’appello di Francesco a pensare un mondo aperto dopo il postmoderno, a generare un nuovo umanesimo che rifugga dalla assolutizzazione dell’ego e dalla desertificazione del senso, l’elogio del multiculturalismo come di “un cuore aperto al mondo intero”, la legittimità del pluralismo religioso e la ricerca di una possibile unità nella diversità, la declinazione di una buona e migliore politica e il rifiuto del populismo, le religioni al servizio della fraternità attraverso percorsi di pace che “conducano a rimarginare le ferite”, a superare le aporie del nichilismo e di quel totalitarismo che “vuole estromettere Dio dalla società”. Insomma, i capisaldi della elaborazione e della predicazione di Bergoglio sulla base di una sintesi fedele quanto originale e creativa di una spiritualità che ricerca la Verità attraverso il dialogo, il discernimento e lo sforzo coraggioso di attraversare la “frontiera”.

  • Paolo Corsini

    Già professore di Storia moderna all’Università di Parma, sindaco di Brescia e parlamentare della Repubblica. Fa parte del gruppo di coordinamento della rivista web Appunti di cultura e politica.