Una nuova sinistra è in incubazione nel paese senza che ancora ci sia consapevolezza attorno ad essa? L’articolo di Daniela Preziosi su «Il Domani» del 30 gennaio parla delle posizioni di papa Francesco su “pace, pane e diritti”, incrociandole con le istanze della Comunità di Sant’Egidio attorno al conflitto russo-ucraino e con l’incontro del papa con il segretario della Cgil Maurizio Landini. Il riscontro che si trova nella linea della nuova presidenza della Cei affidata al cardinal Zuppi completa il quadro. Un «partito cristiano-sindacale» in fieri, secondo la giornalista, racconta di una potenzialità forte, tutta da sviluppare, in tempi di crisi della sinistra. Una posizione che sfiderebbe non solo il Pd, ma anche la nuova versione del M5S di Conte.

In contrapposizione, l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul «Corriere della sera» del 30 gennaio, che identifica una linea di sviluppo pluridecennale che dal concilio Vaticano II in avanti avrebbe spostato l’identità cristiana dalle sue radici europee per assumere un orizzonte planetario incentrato sulla lotta «contro la disuguaglianza e l’oppressione, a favore della pace senza se e senza ma». Accentuato da papa Francesco, questo sarebbe un orientamento rischioso perché non si porrebbe il problema reale della nuova evangelizzazione dell’Europa. La fede in Europa è «un residuo archeologico» e nessuno se ne preoccupa davvero più?

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