Sul tema della gestione degli adolescenti si continua a discutere e a scrivere molto. In questo panorama si inserisce l’agile e denso volume Dalla Generazione ZETA alla Generazione ALFA. Adolescenze tra inquietudini e speranze, Ave, Roma 2025, a cura di Luciano Caimi.
In poco più di un centinaio di pagine, il testo offre a insegnanti, genitori ed educatori un prezioso strumento per comprendere — da prospettive sociologiche, psicologiche e pedagogiche — il complesso universo delle adolescenze. Non al singolare, ma al plurale, come sottolinea il curatore, consapevole della molteplicità di volti e percorsi che caratterizzano i giovani di oggi.
Caimi apre il volume tracciando una panoramica delle rapide trasformazioni che hanno segnato le generazioni a cavallo del Duemila, introducendo un tema tanto attuale quanto sfuggente. A seguirlo è Maddalena Colombo, che analizza il progressivo declino demografico dei giovani in Europa. Secondo le sue proiezioni, nel 2050 ci saranno tre ultrasessantacinquenni per ogni adolescente: uno squilibrio destinato ad avere forti ricadute sociali, economiche e culturali.
Ma chi sono, davvero, gli adolescenti del 2025? I dati Istat li descrivono come multiculturali — almeno per il 10% — e digitalizzati in misura quasi totale. Ignazio Punzi, psicologo, invita a riflettere su tre parole chiave che accompagnano questa fase della vita: desiderio, impronta affettiva e modelli culturali. Gli studi sulla plasticità neuronale dimostrano quanto la mente adolescente sia profondamente intrecciata con le relazioni sociali e quanto sia importante il confronto con adulti significativi.
Un’analisi che trova eco nel contributo del pedagogista Ivo Lizzola, che esplora il bisogno di riconoscimento delle giovani generazioni, mentre il tema — eterno e delicato — di amore e morte attraversa le pagine come sfondo inevitabile del cammino di crescita.
Chiude il volume don Luigi Caravella, assistente ecclesiastico del Movimento Studenti di Azione Cattolica. Nel suo saggio, parla dell’adolescenza come tempo propizio per la ricerca spirituale, invitando gli adulti ad ascoltare i silenzi dei ragazzi — silenzi carichi di significato — e a farsi portatori di fiducia e speranza.
Sorprendentemente, molte delle riflessioni raccolte nel libro trovano consonanza con un altro recente volume dal titolo eloquente: Vigliacchi! Il mio j’accuse al mondo degli adulti, Agenzia X, Milano 2025, firmato da una misteriosa Amelia C. Nel suo atto d’accusa, l’autrice interpella direttamente i “grandi”: «Voi non siete miei amici. Siete genitori, insegnanti, professori, parenti […] quelli che hanno perso la sfida».
Una critica dura, ma rivelatrice: troppi adulti, osserva Amelia, sono talmente preoccupati di proteggere da non riuscire più a educare alla fiducia — e tanto meno alla fede. Ne emerge il ritratto di un mondo adulto che rischia di ridursi a un ruolo normativo, a tratti investigativo, incapace di quella comunicazione che, etimologicamente, significa mettere in comune i doni di ciascuno. Forse è proprio questa la sfida che attende la comunità ecclesiale: non solo comprendere i giovani, ma camminare con loro, restituendo alla relazione educativa la forza della fiducia.

